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TERZA PROVA

Ultimo Aggiornamento: 29/05/2013 12:02
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13/05/2013 13:38


1) Dobbiamo pensare al prodotto del nostro concorrente sul mercato interno.

Pensavo di immaginare semplicemente un prodotto molto simile e per aggiungere un po’ alla situazione, possiamo dire che il nostro avvocato ci ha detto che forse possiamo fare un azione di copyright che pero nel corto termine ci conviene esportare in questo nuovo mercato. Visto che gia siamo presenti al estero, il nostro competitore dovrebbe anche lui essere presente su certi mercati dove siamo presenti anche noi. Tra l’altro entrando in un mercato nuovo possiamo creare un fidelizzazione che altri dopo non possono avere.

2) Dobbiamo pensare a un mercato di sbocco.

Visto che la patti ci consigliava di essere ancora piu immaginativi, secondo me dobbiamo andare “fuori dalla riserva” e propongo di decidere di scegliere il mercato degli inuit (eschimesi). Direi per esempio che dovuto alla fenomenale crescita economica e dunque di popolazione del Canada del nord/Greenland (incentivi statali, scoperta di petrolio, nuovi canali per trasporto marittimo dovuto al riscaldamento climatico etc…). qui posso usare l esperienza/strategia reale di nuovi entranti in mercati allora poco sviluppati.

3) Poi dobbiamo pensare a come addatare il nostro prodotto al nuovo mercato

Possiamo usare la forte cultura locale per adattare il nostro prodotto. Anche qui il successo di certe aziende in cina e parzialmente dovuto alla loro incorporazione di tradizioni locali. Eg: usare tech riscaldante, che in estate possa ricaricare utensili elettrichi, introdurre una linea che ricorda un loro ereo…

it.wikipedia.org/wiki/Inuit

en.wikipedia.org/wiki/Eskimo

4) dobbiamo non solo esportare ma anche creare sinergie con attori locali o con insediamenti produttivi.

Mi informerò su che percentuale/tipologia della produzione deve essere fatta in italia per usufruire del marchio “made in”. Visto che gia siamo al estero forse ci cionviene creare delle sinergie o stabilimenti produttivi in loco (incentivi statali/daziali per chi produce una parte localmente…).

5) se cambieranno modalità di approvvigionamento e produzione, se sarete greenfield o brownfield.

Qui ci sarebbe molto da fare, specialmente se iniziamo a produrre anche in loco. Da dove prendiamo le nostre materie prime?
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13/05/2013 14:06

Ciao Emanuele e ciao ragazzi!
Sono incasinatissima a lavoro e per adesso ho dato un'occhiata veloce!
Se stasera riesco leggo con atetnzione e scrivo un post!

Buona giornata a tutti!
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13/05/2013 22:35

Ciao Emanuele!
Ho letto il testo che hai scritto e sono d’accordo con i punti 2) e 3).
Mi piace l'idea di "colonizzare" con degli abiti modulabili in tessuto fotovoltaico termoriscaldanti gli Eschimesi :-)
Quello che per ora non mi viene in mente è il profilo del nostro concorrente... Nel senso, noi abbiamo puntato sull'esclusivitá...chi produce cose concorrenti con noi, non sarebbe troppo simile a noi vista la particolarità dei nostri prodotti?!?!?!?!?
Per quanto riguarda il punto 5) io sceglierei l'azione proposta da SFC che Emanuele ha omesso, e cioè che vogliamo semplicemente ampliare la nostra attività in nuovi mercati di sbocco (vedete quanto scritto su il sito di playyourbusiness).

Ora vi saluto che mi metto a dormire!

Buonanotte!
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14/05/2013 11:59

[SM=g7081] ciao fede,

si ho omesso quella parte ma e che nelle versioni precedenti lo spiegavo meglio.

a)visto che gia esportiamo, sarebbe troppo facile semplicemente entrare in un altro mercato. la maggior parte dei colleghi ne hanno abbastanza del gioco e se ne approfittiamo di questa occasione per prendere la strada un po piu difficile secondo me ci mette in vantaggio. (ed è anche piu divertente secondo me).

b) se guardiamo cio che e scritto, si c'è anche questa possibilità di solo ampliare i nostri mercati trammite l'esportazione ma non è l'unica consigliata e, scusa fede, ma andrei anche oltre e direi che ci è consigliato di prendere un altra strada.

"non solamente con l’esportazione dei propri prodotti ma anche attraverso la creazione di sinergie con attori locali o con insediamenti produttivi"...."se cambieranno modalità di approvvigionamento e produzione, se sarete greenfield o brownfield, o se cercate semplicemente nuovi mercati di sbocco".

leggendo "non solamente" e "semplicemente" mi sembra che ci stanno dicendo che è la strada più facile.

tra l'altro, se dobbiamo adattare i nostri prodotti (e qui non ci danno molta scelta) al nuovo mercato dobbiamo per forza fare dei cambiamenti al livello produttivo.

rischiando di ripertermi, io prenderei la strada piu complicata che ci permetta di distingure il TEAM ALL IN dal resto. [SM=g7091]

[Modificato da emanueleallin 14/05/2013 12:09]
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14/05/2013 12:26

per quanto riguarda il nostro concorrente, non credo che la nostra esclusivita precludi nuovi entranti in questo mercato. apple anche loro erano esclusivi e innovativi cio non ha fermato samsung ad entrare nel mercato.

forse mi sbaglio ma un concorente o produce un prodotto simile (iphone vs galaxy, mele di provenienza africana vs mele di provenienze europea) oppore un prodotto sositutivo (skype vs telefonia classica, mele vs pere).

se riusciamo ad inventare un concorente con un prodotto sostitutivo ben venga pero in questa fase non me ne veniva un altro in mente.

visto che una delle cose che loro valuteranno "principalmente la vostra capacità di problem solving e di pensiero strategico" ho usato un approccio che usano le grosse compagnie di consulenza strategica.

ecco come mi immaginavo lo scenario (chiaramente secondo il prodotto del concorrente cambiare la nostra reazione):

al inizio avevamo poca concorenza perche le società che producevano materiali smart puntavono molto sulla funzionalità dei loro prodotti e non sullo stile. IL nostro aspetto modulare e la forza del made in italy ci a permesso di creare un mercato che prima non esisteva veramente. il nostro successo, inevitabilmente attrae concorenza.

our competitor? Italian,

Product? v. similar

Markets? Già in Cina e in Russia e sta pensando di andare in Brasile.

Punti forti: hanno molti soldi e hanno una campagna publicitaria più forte.

Punti deboli: prodotto inferiore dovuto alla loro concentrazione sui margini a detrimento della qualità in termini di stile e anche qualità dei materiali.

La nostra reazione:

1) Non potendo acquisirli in gran parte dovuto alla loro superiorità economica e non volendo mergere perché non abbiamo gli stessi valori sia commerciali che aziendali, stiamo provando ad assumere certi elementi del loro esecutivo che sappiamo sono scontenti della missione/valori di XXX.

2) In Italia il Dott. Sinico si è concentrato su una campagna pubblicitaria online mirata al nostro consumatore target, con l’obiettivo di rendere il consumatore finale consapevole alla superiorità del nostro prodotto.

3) In Cina come in Russia abbiamo chiesto l’aiuto di consulenti esperti di marketing e stiamo valutando l’uso di soluzioni alternative per alleggerire i dazi doganali. Cosi facendo potremo abbassare il costo finale oppure usare i fondi addizionali per la nostra campagna pubblicitaria.

4) Conquistare il mercato Inuit...


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14/05/2013 12:29

fatemi sapere, cmq oggi sara, credo una giornata calma.

spero cmq che stiate tutti bene

E
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14/05/2013 13:54

mi e venuto in mente un altra cosa parlando con la mia capa.

esistono le collezioni crocere, cioe sono collezioni che vanno contro tendenza. per esempio durante la collezione estiva ce anche una crocera che mira ai consumatori che vanno in posti freddi. percio, una nostra eventuale produzione in loco, dove possiamo ipotetizare (succede spesso)che il governo locale dia incentivi per chi investe in questo paese, potrebbe poi vendere questa collezione nei nostri mercati come collezione corcera.

tra l'altro, avevo partecipato ad una presentazione di nuove tendenze dove dicevano che nel 2014 i colori/materiali saranno ispirati dai barbari (possiamo sfruttare questo per poi vendere il nostro prodotto fuori dal mercato inuit).

ultima riflessione, cercando di addatare il nostro prodotto al nuovo mercato, potremo aver bisogno di materiali locali per riuscre a catturare il mercato, per esempio cercando di ricordare abiti tradizionali uniti alla funzionalita dei nostri materiali e sempre usando in made in per dare credibilità alla qualità del nostro prodotto (lo ha fatto zegna in cina e non so piu chi in india, anche se li era piu un discorso di essere il primo sul mercato, ah si, era benetton, che cmq anche se non considerato esclusivo in europa, in india si, perche era riuscito ad entrare per prima).

in quanto riguarda il made in, non ce un problema se produciamo in loco, anche se sul etichetta non verrà scritto made in italy (la gran parte del valore aggiunto deve essere stato effetuato in italia). Molti già lo fanno e usano il marchio italiano come segno di qualita (pensate alle borse prodotte in cina) e non l'etichetta.

quello che propongo e che forse ci conviene fare un piccolo stabilimento in loco, per poter usufruire di aggevolazioni sui nostri investimenti, il basso costo della mano dopera e di diversificare la nostra produzione che non fa mai male).
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15/05/2013 11:03

Ciao Emanuele!
Devo dire che sei proprio bravo :-)
Se ce la fai, per cercare di mettere in ordine tutte queste idee, scrivi una bozza di quello che sarà il prodotto finito, e cioè il piano di marketing?
Io non so farlo dato che non ho mai studiato né letto una cosa di questo tipo :-)
A quel punto con la bozza davanti ognuno di noi, e qui lo propongo ufficialmente, potrà segnalati delle modifiche, dei suggerimenti, ecc...
Che ne dite?

Buona giornata!
PS: sono a disposizione per cercare immagini e documenti che potrebbero esserci utili, basta che mi dici cosa ti serve!
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17/05/2013 10:19

Ragzzi buongiorno!!
Ho visto che avete scritto un sacco di cose, nn mi erano arrivate le notifiche, scusate.
Al momento nn riesco a leggerle,entro domani leggo e rispondo, è solo un mess per dire che ci sono!
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17/05/2013 16:13

ciao fede,

scusa se ci metto un po a risp. cmq non so si vede ma questa prova mi diverte un botto. Sto mettendo giu una bozza di come immaginavo il percorso di all in.

se vogliamo lo possiamo fare credo bene, sara lunga perche ci sono tante considerazioni da fare. Io proporrei di suddividere le fasi, se vi piace il percorso naturalmente, cosi poi ogni uno puo dare un contributo...

se riesco oggi lo faccio....non sono riuscito do la colpa ai cinesi.

cmq lunedi sarà fatto

buon weekend
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17/05/2013 16:25

ciao benni,

ecco dove mi sono fermato(lo farei come una presentazione agli investitori/CA)

Negli ultimi XXX anni abbiamo conquisto il mercato del abbigliamento Smart e il successo del nostro prodotto è in gran parte dovuto al matrimonio tra stile e tecnologia. L’aspetto innovativo della modularità dei nostri capi e stata cruciale, in quanto permette ai consumatori di esprimersi in modo originale. L’aspetto Smart è stato altrettanto importante perché gioca sul crescente ruolo della tecnologia nelle nostre vite.

Siamo riusciti a cogliere due importanti onde dello sviluppo ma era solo una questione di tempo prima che un altro surfista voglia entrare in questo mercato.

Concorrente: Puzzle SPA (vi piace?), Vicenza, tipo di produzione e export molto simile.

Prodotto: Molto simile

Marcati: Entrato sul mercato italiano da un anno e in 8 mesi ha conquistato 17% della nostra quota di mercato, la sua fetta di mercato è scesa a 15% alla fine del anno (date?) ma sappiamo che hanno appena avuto una iniezione di liquidita. Sono anche già presenti in Cina e in Russia e stanno pensando di andare in Brasile.

Punti forti: Finanziariamente forti, hanno una campagna pubblicitaria molto aggressiva/potente….

Punti deboli: prodotto inferiore dovuto alla loro concentrazione sui margini a detrimento della qualità in termini di stile e anche qualità dei materiali.

La nostra reazione:

1) Non potendo acquisirli in gran parte dovuto alla loro superiorità economica e non volendo mergere perché non abbiamo gli stessi valori sia commerciali che aziendali, stiamo provando ad assumere certi elementi del loro esecutivo che sappiamo sono scontenti della missione di Puzzle SPA.

2) In Italia il Dott. Sinico si è concentrato su una campagna pubblicitaria online mirata al nostro consumatore target, con l’obiettivo di rendere il consumatore finale consapevole alla superiorità del nostro prodotto.

3) In Cina come in Russia abbiamo chiesto l’aiuto di consulenti esperti di marketing e stiamo valutando l’uso di soluzioni alternative per alleggerire i dazi doganali. Cosi facendo potremo abbassare il costo finale oppure usare i fondi addizionali per la nostra campagna pubblicitaria.

4) Conquistare un nuovo mercato.

Scopo

Dopo diverse sessioni di brain storming, siamo arrivati alla conclusione che i nostri prodotti hanno maggiore possibilità in paesi freddi, dove il consumatore ha possibilità di aggiungere sempre più “moduli”…

Lo scopo principale era di incrementare la nostra quota di mercato e nel frattempo di impedire al massimo la crescita di Puzzle SPA. Le due parole chiavi era, e rimangono, diversificazione e innovazione (di prodotto, di mercato e di strategia commerciale).

Processo di selezione:

Appoggiati da una società di consulenza abbiamo identificato tre paesi/gruppi di paesi interessanti: Il Canada/Alaska, i paesi Scandivani e XXXXXX.

I parametri più importanti…. (cosa facciamo? Lasciamo solo i parametri di scelta oppure facciamo tutta la classifica?)

Il Canada/Alaska si è rivelato il paese più attraente per la nostra aziende per diversi motivi. Le condizioni Macroeconomiche favorevoli….petrolio, crescita pop, crescita PIL pro capita, nuova rotta marittima…quindi possiamo partire con il progetto vendiamo l’eperienza all in agli eschimesi.

Tipo di internazionalizzazione?

Essendo già una società esportatrice e visto che i nostri concorrenti anche loro esportano, ci conviene diversificare il nostro approccio all’internazionalizzazione per rimanere sempre un passo avanti a Puzzle Spa.


……come idea sarei prima di iniziare a vendere il nostro prodotto la e nel fratempo di stabilire una piccola parte della produzione in canada/igloo per fornire il mercato locale cosi facendo possiamo aver un prodotto mirato (usando materiali locali etc) al paese in questione (cose che chiaramente puzzle non fa). In uno step successivo possiamo come anticipato in altre mail usare questa nuova collezione/prodotto come controtendenza sui mercati dove siamo gia presenti….come ultima scelta diamo fuoco agli stabilimenti di puzzle [SM=g7083]

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17/05/2013 16:25

Perfetto!
Grazie Emanuele :-)

Buon weekend a tutti!
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17/05/2013 21:03

ok,ho letto tutto!!
First of all,Emanuele sei un vulcano di idee,questa prova t è decisamente piaciuta!! (o hai semplicemente paura di Federica,e se così fosse ti capisco,fai benissimo ad averne[SM=g7079] !!)
Passando alle cose serie,sono d'accordo nel fare il lavoro fatto bene,vi faccio qualche considerazione:
1) Ricordiamoci che abbiamo sostanzialmente due prodotti abbastanza diversi fra loro,accomunati dalla forza del nostro marchio e dall'innovatività di base,ma che non per forza devono essere trattate con la stessa strategia.

Penso ad esempio che il mercato di sbocco per i nostri prodotti tecnologici devono essere Paesi Ricchi (è inutile andare i Grecia o in Albania come in Venezuela o in Vietnam),attenti alle nuove mode e stravaganti in senso di attitudine all'innovazione e alla Sperimentazione...per questo mi vengono in mente Cina,Giappone,magari anche l'India e poi nn so,potremmo fare una piccola ricerca a riguardo così c mettiamo qualche dato vero che fa sempre bene.

Per i modulari invece possiamo appunto sposare una strategia diversa,la logica sottostante il ragionamento di Ema mi sembra molto buona,andiamo dove i nostri abiti possono essere sfruttati al max (a questo proposito mi venivano in mente i Paesi come l'Egitto,con una grandissima escursione termica,la sera s muore dal freddo ill giorno s schiatta dal calda,cosa vuoi di più un abito che va bene sempre pur avendo queste condizioni??)

Per me è fondamentale avere una logica chiara e indiscutibile dietro alle nostre scelte,che deve essere ovviamente una logica che porti al max profitto,vado li perchè vado a riempire un buco che vedo nel mercato,a soddisfare un bisogno insoddisfatto che mi farà guadagnare.

2)Trovo ottima l'idea di entrare un po' nelle culture dei Paesi dove andiamo,maanteniamo la nostra identità italiana ma rispondiamo,ancora una volta,a delle esigenze locali...lo fanno tutti i grandi stilisti e imprese,concordo!

3)Anche nella produzione possiamo appoggiarci a imprese locali,facciamo una cosa seria,troviamo qualche dato su costo del lavoro,incentivi fiscali come diceva Ema e cose del genere...siamo in tanti,se ognuno si occupa di una particina (coordinati magari da Emanuele che ha le idee chiare)possiamo fare un lavoro serio senza perderci troppo tempo

RAGAZZI TUTTI CHE NE DITE???COMINCIAMO A DEFINIRE LA STRATEGIA??

[Modificato da Didi.89 17/05/2013 21:04]
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17/05/2013 21:06

PS 4)Per quanto riguarda l'altra prova insisto nel dire che la nostra idea è la più originale,il problema è che è meno "appariscente" delle altre e può sembrare più misera,in realtà è l'unica idea veramente originale di tutta la seconda provA.
A posteriori credo che forse avremmo dovuto essere meno modesti nella spiegazione della strategia,dovevamo pomparci di più e spiegare meglio.
Quindi per questa puntiamo bene a nn sottintendere nulla,anche a costo di essere un po' logorroici!!

Ciao a tutti!!!!!!!!!!!!!
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18/05/2013 11:58

Ho trovato un azienda che fa cose molto simili...
su fb è sul profilo officine strane
www.facebook.com/photo.php?fbid=545398075504077&set=a.539469549430263.1073741828.538975426146342&type=1...

sono tutte cose molto sportive,noi potremmo differenziarci dai competitor puntando sul fashion e aprendo un nuovo mercato
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Città: CIVITAVECCHIA
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19/05/2013 15:59

Ciao ragazzi!
Ho letto i post di Ema e Betta e trovo le vostre idee grandiose!
Io proporre i di mantenere la struttura del piano strategico buttata giù da Ema e di apportare un'integrazione scuola base di quello che propone Betta per le 2 strategie/mercati diversi per i prodotti tecnologici (Cina, Giappone...) e quelli modulabili ( Groenlandia, Egitto...).
Per il resto sono d'accordo con tutto :-)
Mi offro per cercare cose che servono, tipo dati, immagini, ecc...ditemi che vi serve!

Buona domenica!
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Città: MILANO
Età: 38
Sesso: Maschile
20/05/2013 14:37

ciao a tutti,

belle le cose su fb, appunto io pensavo che faccissimo abiti technologici e modulabili.

mi potete spiegare bene il nostro prodotto(i)?

1)dal punto di vista strategico, ci conviene cercare un paese dove possiamo essere i primi ad entrare per poi diventare un punto di riferimento sul mercato come (bic o altri brand che sono diventati associati a un tipo di prodotto). Questo "impedirebbe" puzzle (sempre se il nome vi va) di entrare in questo mercato.

2) un altra cosa da tenere presente è il rischio paese. In certi paesi non vale la pena rischiare di produrre in loco e forse anche da non esportare visto la mini crisi che segue le rivoluzioni. Anche se ce da dire che nel cambiamento uno puo creare nuovi trend.

3)In cina gia ci siamo e possiamo pensare di entrare nel mercato giapponese che mi sembra una ottima idea. pero dobbiamo capire come farlo...

4)la ragione che pensavo di farlo in paesi nordici era per due ragioni: la prima, riguardava il pricing perche possiamo fare un unita di base a costo limitato per poi vendere gli altri moduli ad un prezzo più elevato (rasio e lamette). la seconda e che per distingurecri pensavo fare una cosa un po particolare. forse le altre squadre andranno sui mercati di sbocco tradizionali (BRIC) ma se noi pensassimo (ci possiamo inventare anche qualche dato, sempre tenendo i piedi su terra), per esempio chi non sarebbe attratto/incuriosito da andiamo a vendere agli eschimesi?

In giappone, credo costi abbastanza caro produrre pero possiamo guardare, forse li l'esportazione sarebbe meglio legata ad una campagna publicitaria spinta (pero costi)

in canada/greenland io andrei per la via della produzione in loco... (il costo del lavoro e obbietivamente meno costoso del italia).

La cosa piu difficile sarebbe di mantenere i costi:

prima di solo esportare bisogno andare in missione la per capire le opportunita (org da confindustria), direi che bisogna andarci almeno un paio di volte. una volta che si ha capito come un vuole distribuire il suo prodotto (e qui ogni modo a dei costi diversi).

ES: a) vendita a grandi retailers, trammite agenti e fino a un certo punto anche attraverso franchising uno mantiene i costi ma perde controllo su i servizi associati (marketing, immagine del marchio, servizio al cliente...)
b)se uno vuole stabilire un negozio proprio è piu complicato e costoso ma uno ha più controllo sulle cose descritte sopra.
c)produzione è la piu costosa in termini di investimento pero poi non ci sono oneri di trasporto e daziali.

la mia domanda e la seguente, come ci finanziamo? possiamo fare un amento di capitale con dei soci locali per quanto riguarda il giappone ma anche per la produzione canadases. la seconda domanda è: possiamo inventarci un prodotto modulare e tecnologico per il mercato canadese. (non so un prodotto che non solo scaldi con il sole ma forse anche con il movimento....)

posso chiedere qui come è la modalita di esportazione migliore in giappone pero sostengo sempre che i paesi freddi siano attrativi. anche perche poi uno puo esportare negli stati uniti a costo piu basso.

basta se no non leggete piu tutto lmk
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Post: 86
Città: CIVITAVECCHIA
Età: 35
Sesso: Femminile
24/05/2013 17:11

Ciao ragazzi!
Vedo che nessuno si sta cagando il gioco, nè tantomeno Emanuele che ha scritto tutte quelle cose...io purtroppo non ho mai studiato marketing e qualsiasi cosa Emanuele scrive mi va bene perchè non so come si fa un piano di business, quali elementi si guardano ecc...
Chi di voi è in grado di dargli una mano?
Il 30 maggio è vicinissimo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Rispondete please!

Buon weekend!
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Post: 41
Città: VICENZA
Età: 40
Sesso: Maschile
25/05/2013 10:23

Secondo me ottima proposta nord-polare di Emanuele. Mi limiterei, nel documento, a parlare il minimo indispensabile del nostro concorrente, tanto a loro interessa la strategia di export.

Proposte:

1) Andiamo in Canada a produrre solo per mercati tipo: Canada, Usa (Alaska), Russia (che non è lontanissima) per i prodotti "Polar". Li produciamo lì con un'etichetta nuova: "designed in Italy".
Perché sinceramente, siccome parliamo di roba tech e che serva per temperature molto sotto zero (mica di seta o raso), che produciamo in Canada credo non si tolga nulla al nostro prodotto, l'importante è che il design sia italiano.

2) Possiamo decidere di aprire uno stabilimento o in Alberta (energia costa poco) e avere una testa, centro logistico o una join venture (forse meglio quest'ultima) in British Columbia (Vancouver) dove ci sono importanti centri di ricerca e università tech con cui possiamo lavorare, è a due metri dagli USA ed ha un porto importantissimo per l'export in Asia (così mettiamo le mani avanti).

3) Immagine: fare prodotti "Polar" in paese "Polar" per quelli che vivono nel freddo "Polar" attraverso materiali nuovi (che direi sono sintetici visto che parliamo di tech) significa che sti prodotti possono raggiungere un paio di obiettivi: fare in modo che non si debba ricorrere a pellicce animali per cui c'è il lato green; può essre un volano pubblicitario per entrare anche in Europa e Usa nel mercato dell'abbigliamento (sportivo e non) da montagna.
Questa può essere una strategia di marketing a lungo termine parallela a quella principale che riguarda i nuovi mercati).



Detto tutto questo, alla fine... quale direzione prendiamo epr scrivere il documento (2 pagine massimo per punti secondo me) e chi lo scrive????
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Post: 42
Città: NAPOLI
Età: 38
Sesso: Femminile
29/05/2013 11:38

Ragazzi, che dirvi!!
Manuele fantastico e anche gli altri!!

io mi scuso esageratamente per l'assenza, ho avuto un pò di pensieri anche in famiglia...

per me l'assemblaggio di tutto ciò che avete esposto porterà a un ottimo risultato finale!!

cosa posso fare?? assemblare tutto ciò che è stato scritto qui o fuori in un unico documento??

ps. l'idea di Federica che si spoglia per strada è cmq per me ancora in lista! :P
(Fede scherzo hihi)


[Modificato da nenny85 29/05/2013 11:38]
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