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TERZA PROVA

Ultimo Aggiornamento: 13/05/2013 13:38
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Città: MILANO
Età: 38
Sesso: Maschile
13/05/2013 13:38


1) Dobbiamo pensare al prodotto del nostro concorrente sul mercato interno.

Pensavo di immaginare semplicemente un prodotto molto simile e per aggiungere un po’ alla situazione, possiamo dire che il nostro avvocato ci ha detto che forse possiamo fare un azione di copyright che pero nel corto termine ci conviene esportare in questo nuovo mercato. Visto che gia siamo presenti al estero, il nostro competitore dovrebbe anche lui essere presente su certi mercati dove siamo presenti anche noi. Tra l’altro entrando in un mercato nuovo possiamo creare un fidelizzazione che altri dopo non possono avere.

2) Dobbiamo pensare a un mercato di sbocco.

Visto che la patti ci consigliava di essere ancora piu immaginativi, secondo me dobbiamo andare “fuori dalla riserva” e propongo di decidere di scegliere il mercato degli inuit (eschimesi). Direi per esempio che dovuto alla fenomenale crescita economica e dunque di popolazione del Canada del nord/Greenland (incentivi statali, scoperta di petrolio, nuovi canali per trasporto marittimo dovuto al riscaldamento climatico etc…). qui posso usare l esperienza/strategia reale di nuovi entranti in mercati allora poco sviluppati.

3) Poi dobbiamo pensare a come addatare il nostro prodotto al nuovo mercato

Possiamo usare la forte cultura locale per adattare il nostro prodotto. Anche qui il successo di certe aziende in cina e parzialmente dovuto alla loro incorporazione di tradizioni locali. Eg: usare tech riscaldante, che in estate possa ricaricare utensili elettrichi, introdurre una linea che ricorda un loro ereo…

it.wikipedia.org/wiki/Inuit

en.wikipedia.org/wiki/Eskimo

4) dobbiamo non solo esportare ma anche creare sinergie con attori locali o con insediamenti produttivi.

Mi informerò su che percentuale/tipologia della produzione deve essere fatta in italia per usufruire del marchio “made in”. Visto che gia siamo al estero forse ci cionviene creare delle sinergie o stabilimenti produttivi in loco (incentivi statali/daziali per chi produce una parte localmente…).

5) se cambieranno modalità di approvvigionamento e produzione, se sarete greenfield o brownfield.

Qui ci sarebbe molto da fare, specialmente se iniziamo a produrre anche in loco. Da dove prendiamo le nostre materie prime?
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